Nell’universo della moxa, la selezione accurata delle tecniche riveste un ruolo fondamentale. Questo articolo approfondisce le diverse tecniche impiegate per la pratica della moxibustione, offrendo anche una panoramica di alcuni degli accessori disponibili sul mercato. Esploreremo le varie tecniche analizzando la differenza tra moxa in sigari, moxa a bastoncino, in coni o sciolta, e altre varianti. Inoltre, saranno presentati accessori complementari, come supporti e strumenti di sicurezza, indispensabili per un’esperienza efficace e sicura. Approfondiremo i dettagli tecnici e le raccomandazioni per la selezione dei migliori strumenti per la moxibustione, consentendo di ottimizzare la pratica di questa antica e benefica tecnica complementare allo Shiatsu.
Di cosa è fatta la moxa?
La tecnica della moxibustione viene effettuata tramite il calore sviluppato dalla combustione di parti essiccate e opportunamente lavorate di una particolare erba: da qui il nome moxa, ottenuto dalle parole giapponesi “moe” e “kusa”, che significano rispettivamente “erba” e “bruciare”, quindi nell’insieme “erba che brucia”.
Nella pratica della moxibustione, alcune erbe sono essenziali. L’Artemisia Vulgaris, la principale, è fondamentale per il suo effetto riscaldante e rivitalizzante. La sua combustione produce calore rilassante, stimolando i punti energetici del corpo. Al secondo posto un’altra artemisia, detta Argyi o cinese. Queste erbe, coadiuvate da zenzero, sale o aglio, con la loro azione energetica benefica sinergizzano e potenziano la moxibustione, supportando il corpo nel suo percorso verso il benessere e l’armonia.
Tipologie e tecniche per la Moxa
Moxa in bastoncini/sigari
https://amzn.to/48OXYJM Sigari di Artemisia per moxibustione
https://amzn.to/41QIC5e Sigari senza fumo per moxibustione
La moxa in sigari o bastoncini è probabilmente la tipologia di moxa più diffusa: si presentano come veri e propri sigari o bacchette di moxa pressata, che una volta accesi permettono di trattare punti o zone più ampie, sfruttando appieno il calore generato dalla combustione. Avvicinando e muovendo opportunamente alla pelle il sigaro acceso (ma senza toccarla), si ottiene una stimolazione con intensità e durata variabili in base al lavoro da fare.
Esistono anche sigari che non producono quantità significative di funo, diversamente dai normali sigari.
Pro:
– richiede una sola accensione
– durata lunga del sigaro
– permette di trattare sia punti che zone più ampie
– forte componente legata al calore, ideale per trattare Freddo e Umidità
– calore piacevole e duraturo
Contro:
– trattamento che richiede diverso tempo, da pochi minuti fino a decine di minuti su ogni punto
– produce un denso fumo con odore abbastanza penetrante e persistente
– non in tutte le situazioni il calore è ideale (ipertensione, febbre, irritazione della zona, zone sensibili, ecc)
Tecniche:
esistono due tecniche principali nell’uso della moxa in sigaro o stick:
– tecnica statica o circolare, utilizzata principalmente per scaldare in profondità e produrre una tonificazione energetica del punto o della zona
– tecnica a beccata di passero, utilizzata per muovere i ristagni energetici e liberare all’esterno i fattori energetici che possono aver invaso la persona (freddo e umidità principalmente)
Le due tecniche possono essere utilizzate all’interno dello stesso trattamento!
Moxa in coni di lana sfusa o cilindretti adesivi
https://amzn.to/3HeL8cb Lana di Artemisia sfusa per moxibustione
https://amzn.to/3vx9GKY Cilindretti di Artemisia adesivi preformati per moxa
https://amzn.to/48sOCUe Cilindri di Artemisia preformati non adesivi
Coni o cilindretti adesivi sono tipologie simili, che consistono nell’applicare la moxa sulla pelle. A seconda che i coni siano direttamente sulla pelle o meno si parla di moxa diretta o indiretta: nella moxa diretta il cono è applicato direttamente alla pelle e acceso, di norma con un bastoncino di incenso, e lasciato bruciare. Fino a quanto? Qui abbiamo un’ulteriore differenziazione: nella tecnica cicatrizzante (oggi praticamente in disuso, sicuramente in Occidente) si lascia bruciare il cono fino a che si spegne a contatto del ricevente, sulla cui pelle lascia una piccola ustione che diventerà una cicatrice. Nella tecnica non cicatrizzante non appena il ricevente avverte una sensazione di calore avvisa l’operatore, che rapidamente toglie il conetto (di solito con le dita, così si brucia lui, ma è un problema suo!).
Nella tecnica indiretta invece abbiamo un’intercapedine tra la moxa e la pelle: i cilindretti hanno sempre questa intercapedine, che è lo strato adesivo, mentre per i conetti possono essere fettine di zenzero o aglio freschi oppure sale. In questo caso il calore è meno intenso inizialmente, ma le caratteristiche energetiche delle intercapedini supportano l’azione della moxa.
Esiste un’ulteriore differenziazione nei coni che si possono fare, in base alla dimensione, che ne cambia leggermente il tipo di azione: i coni più piccoli, circa delle dimensioni di un chicco di riso, hanno un’azione che è molto poco legata alla quantità di calore che veicolano, quanto piuttosto alla rapidità della combustione, che risulta in una sensazione simile a una piccola puntura, e per questo la sua azione è simile a quella di un ago da agopuntura ma generalmente più superficiale. I coni grandi invece, circa delle dimensioni dell’ultima falange di un dito, hanno un’azione che è una via di mezzo tra il sigaro e i coni piccoli, avendo sia una buona quantità di calore, sia una certa rapidità e profondità nel veicolarlo.
Pro:
– più precisione nel trattare i singoli punti
– tecnica più veloce
– possibilità di trattare più punti contemporaneamente
– possibilità di modulare la dimensione dei coni in base alle necessità
– meno problematiche legate al calore
Contro:
– ogni cono o cilindretto dev’essere acceso singolamente
– i coni devono essere preparatiin anticipo perchè ne servono più su ogni punto
– richiede maggiore attenzione per non bruciare il ricevente
– l’operatore si brucia le dita (sigh)
Tecniche:
le tecniche in questo caso differiscono dalla velocità con cui si fanno bruciare coni o cilindretti, che può essere la loro velocità normale, oppure modificata:
– nella tecnica soffiata si soffia leggermente o si ventila con la mano il conetto, in modo che la combustione sia più rapida ed intensa
– esiste anche una tecnica abbinata alla coppettazione, in cui viene messa la coppetta sopra il cono acceso, che lentamente si spegne e aumenta la suzione della coppetta
Contenitori o supporti per moxa
https://amzn.to/41QTiRk Scatola per moxibustione – sigaro singolo
https://amzn.to/3RRv314 Scatola per moxibustione – sei sigari
https://amzn.to/41UNUN3 Moxatore manuale – sigaro singolo
https://amzn.to/41ROFqg Scatola per moxibustione – lana di artemisia o cilindri
Esistono alcuni accessori per la pratica della moxa, che rendono più comodo utilizzare questa tecnica. Si tratta per lo più di scatole chimate moxatori o Moxa Box, cioè delle scatole in cui mettere i sigari o la lana di moxa sfusa. I moxatori per sigari hanno dimensioni diverse a seconda delle zone su cui devono essere usati, e possono portare normalmente da uno a sei sigari, permettendo una gestione migliore del sigaro o una maggior superficie di lavoro; quelli per lana sfusa invece possono essere simili a piccole scatole basse e rotonde col coperchio forato per far bruciare lentamente la moxa, oppure simili a delle penne con la testa grossa e forata, in cui viene messa la lana e poi avvicinata alla pelle.
Esistono in oltre dei particolari aghi da agopuntura che permettono di creare e fissare agevolmente una pallina di lana di moxa sulla testa esposta dell’ago stesso, in modo da veicolare in profondità il calore della combustione: questa tecnica si chiama ago riscaldato.